Judo Budo Club Lugano

La Storia dell`Aikido

L’Aikido nasce in Giappone e viene codificato dal suo fondatore, il maestro Ueshiba, solo negli anni ’50 del secolo scorso: deriva dall’antico AIKI-JITSU, il cui scopo primario era quello di dare delle risposte pratiche ai problemi del combattimento. L’AIKI-DO è un arte marziale che, grazie al DO, si differenzia dal JITSU rispetto all’applicazione e alla moralità di chi lo pratica: l’AIKI-DO usa l’AIKI per un fine evolutivo, di ricerca, mentre il JITSU è il combattimento, l’utilizzo della stessa conoscenza per fini pratici. L’Aikido, come tutte le arti marziali, dovrebbe porre l’accento sulla prima parola: arte nel senso di modalità espressiva dell’essere umano, che ne è il nucleo fondamentale. Anche se in realtà l’Aikido non si utilizza solo come arte marziale, bensì come più ampia arte di vita: viene studiato da anni come strategia economica, relazionale e comportamentale.

Aikido

La parola AIKIDO è formata da tre ideogrammi: “AI” significa unione, relazione, rapporto con sé stessi e con gli altri “KI” significa energia (universale e personale), spiritualità, vitalità mentre “DO” è la trasposizione giapponese dal cinese Tao ed in italiano può essere tradotto con la via, o anche metodo, ricerca che l’uomo percorre nella sua vita, in altri termini la sua evoluzione spirituale personale, col fine ultimo di arrivare a comprendere il proprio io. Potremmo quindi tradurre aikido come "la ricerca dell’evoluzione nella relazione del sé con gli altri attraverso una vitalità." Essere vivi nella relazione con sé stessi e con gli altri.

Origine

Le origini dell'aikido in Giappone sono molto recenti e risalgono all'inizio del secolo, dapprima chiamato Aiki-jutsu (o Aiki ju-jitsu, derivato dal Dayto Ryu del maestro Sokaku Takeda), poi Aiki-budo per terminare con la codifica finale ufficiale di Aikido da parte del fondatore, il maestro Ueshiba Morihei (1883-1969), subito dopo la seconda Guerra Mondiale. L’Aikido trova le sue radici nelle antiche scuole di combattimento del Giappone come il Jiu-Jitsu ed il Ken-jutsu. E’ un’arte completa che integra oltre all’uso delle mani nude la spada (in legno, “bokken” o “bokuto”), il bastone (o meglio bastone medio o “jo”) e il coltello (in legno, “tanto”).

Definizione

L’Aikido come arte marziale é un sistema di autodifesa e simile al metodo combattivo del Ju-jitsu e dello Judo nell’uso delle tecniche di torsione e delle proiezioni che permette di difendersi a mani nude o armati, contro uno o più avversari a loro volta armati e non, con lo scopo di neutralizzare l’energia dell’attaccante contro egli stesso. L’Aikido marca una grande evoluzione per rapporto alle altre arti marziali tradizionali puramente fisiche, cercando di dissuadere l’avversario e neutralizzando la sua intenzione aggressiva piuttosto che abbatterlo. Questo principio di "non violenza", base mentale dell’aikido, consiste nel fare il "vuoto" in se per comprendere e avvicinarsi a tutto quel che ci circonda, qualsiasi siano le manifestazioni, calme o irruenti, pacifiche o distruttrici, in modo di mettersi perfetta armonia con questo universo, e fondersi con essi diventando uno. Nell’aikido non ci sono tornei o avversari o competizioni. Per contro tutte le tecniche proprie all’aikido sono studiate cooperativamente e con una pace commensurata all’abilità di ogni praticante. Alla forza non è opposta una controforza, metodi di azione evasivi sono illustrati ed abilitano l’“attaccato“ ad avvantaggiarsi della temporanea perdita di equilibrio dell’“attaccante”. Questo è pure noto come principio di Aiki: L’unificazione di corpo e spirito. L’aikido diventa quindi la via della coordinazione mentale e fisica dell’energia. Secondo il fondatore, lo scopo dell’aikido non è la sconfitta degli altri ma quella delle proprie connotazioni negative che abituano la propria mente e ne inibiscono il suo funzionamento.

Pratica

L’aikido passa dall’educazione fisica, dall’”abilità nel combattimento”, dalla tecnica o mezzo di combattimento  (jutsu) , al modo di vita o veicolo di introspezione, autodisciplina e benessere, all’allenamento morale (do). L'esercizio fisico, che impegna il corpo nel combattimento, ha dunque come obiettivo primario non quello di abbattere o recare danno all'avversario, ma quello di dissuaderlo dalla lotta e di bloccare il suo istinto aggressivo. La moltitudine di tipi di movimenti dell'aikido, tutti caratterizzati da estrema fluidità dinamica e comprendenti prese, proiezioni, immobilizzazioni, sono riducibili a due grandi categorie: quelle di controllo, o katame-waza, e quelle che mirano ad proiettare e atterrare l'avversario, o nage-waza. Si tratta di definire un punto di partenza. Di base nell’aikido non ci sono regole, non ci sono posizioni prestabilite ecc. Con delle condizioni del genere è molto difficile sviluppare una linea didattica per chi si avvicina all’arte per la prima volta. Ecco allora che si inizia prendendo confidenza con il proprio corpo: eseguendo dei passi, dei movimenti, delle cadute, che finalmente portano allo studio della tecnica. La tecnica è la stessa per un principiante o per un allievo avanzato. L’unica differenza sarà il modo di esecuzione. Nell’aikido non c’è competizione e l’allenamento non viene impartito a seconda del grado. Tutti praticano con tutti, per una crescita armoniosa del gruppo. All’inizio si porranno delle condizioni, delle ipotesi di lavoro, arricchite da dettagli e difficoltà sempre maggiori. Poi bisognerà sfrondare  l’inutile, trascendere la tecnica, e liberarsene. La tecnica non è lo scopo, bensì il mezzo. Non bisogna essere prigionieri della tecnica, ma trascenderla ed essere completamente liberi. Il livello di capacità dei praticanti viene suddiviso in due classi: inferiore, o kyu (mudansha), e superiore, o dan (yudansha). Comunemente il praticante assiduo, e a volte in relazione con proprio grado, indossa inoltre sopra il keikogi, cioè l'abito del praticante, una specie di gonna pantalone tipica dei samurai, chiamata Hakama. Il progresso richiede tempo, impegno, ed una pratica assidua. I benefici ed i risultati sapranno confortare il praticante paziente. Per la complessità della disciplina, viene inoltre più spontaneo avvicinarsi in una fase di maggior maturità attorno ai 16-17 anni.

Filosofia

Il fondatore descrisse la parte razionale dell’Aikido facendo uso di alcuni termini specifici. MASAKATSU: "giusta vittoria", sottintende che con la correttezza, il rispetto dell’umanità e con la morale, possiamo combattere l’ingiustizia e l’immoralità. AGATSU: "vittoria su di sè", comanda di abbandonare gli egoismi e i desideri personali. In modo più esoterico, vincere secondo la missione divina che ti è stata affidata. KATSUHAYABI: "Il momento della fulminante vittoria", o anche "Lo stato d’animo della fulminante vittoria", descrive il movimento che istantaneamente, senza la minima esitazione, si oppone controllandola ad una situazione reale, perfino prima che l’incidente sia occorso. E’ possibile con un inflessibile allenamento padroneggiare questi segreti e così entrare nel  regno dove, senza combattimento, si è già vittoriosi.

Si possono quindi riconoscere 3 tipi di vittoria nell’aikido:

La vittoria corretta (tecnica corretta, mente/corpo/spirito)

La vittoria su se stessi (vincere la dualità)

La vittoria rapida come il fulmine, realizzazione e concretizzazione istantanea, immediata, spontanea.

La vera vittoria è la vittoria dell’autoperfezione istantanea. Questo dà origine al TAKEMUSU Aikido: la nascita spontanea di infinite tecniche, un aikido essenziale e perfettamente adattato a qualsiasi situazione. Il fondatore amava ribadire: “Aiki ha una forma e non ce l’ha allo stesso tempo. Aiki è vita la quale ha una  forma, e ancora scorre cambiando; si esprime modificandosi.“

Tocca a te

La pratica dell’Aikido permette di acquisire una nuova sicurezza di sé nel relazionarsi con gli altri e di superare paure ed insicurezze comuni alla maggior parte di noi, come la paura di sbagliare, rendersi ridicoli, farsi male, fare male, ecc.

Provare per credere!L’Aikido può essere praticato da tutti, uomini e donne, giovani ed anziani.Se desideri fare alcune lezioni di prova per capire se questa disciplina fa per te, sei il/la benvenuto/a.